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San Corrado:
il romitorio e hospitale del 'gorgolare' e il superiore frà
Aristide
A non molta distanza da Piacenza, e precisamente nel luogo ove
sorge l'attuale borgo di Calendasco, molti anni prima dei fatti
del nostro Corrado era in gran fama un convento di eremiti del
Terz'Ordine, dove, appartate dal mondo tra le preghiere, la
penitenza e il lavoro manuale, anime assetate di evangelica
perfezione vivevano nell'esercizio delle più eroiche virtù.
Il luogo veniva detto dagli antichi storici, del «Gorgolare» e
doveva trovarsi, con tutta probabilità, proprio all'inizio del
moderno abitato.
Infatti il molino posto poco discosto dal luogo dei Penitenti,
aveva il canale delle acque che davanti all’hospito piegava a
gomito verso destra, in direzione del borgo; le acque che
facevano girare la grande pala creavano ovviamente un salto
imponente che andava a creare quel rumore caratteristico che nel
linguaggio comune chiamiamo gorgoglio e da qui la derivazione
antica che indicava il luogo presso al Gorgolare.
Entrando, infatti, per
la via principale si scorge a sinistra una costruzione assai
antica, la quale, per quanto rimaneggiata, ritiene ancora
caratteristiche sia di antichità che di convento. A fianco
dell'ingresso, in avanti, col prospetto sulla pubblica via, un
ambiente, adibito ora ad uso profano, mostra evidente la sagoma
di una chiesetta, che gli abitanti indicano come il luogo ove il
Santo vestì l'abito religioso.
L'esistenza di questo romitorio si può storicamente far risalire
al 1280-1290. Era a capo della religiosa comunità, in tale
periodo, Fra Aristide, al quale qualche documento dell'epoca dà
il titolo di Beato, ma che certamente era uomo di grande
prudenza e di singolari virtù. Verso il 1290 come abbiamo
altrove detto, venne invitato da S. Chiara a recarsi in
Montefalco, in Umbria, per essere da lui spiritualmente diretta
e per essere nel contempo istruita intorno alla pratica della
professione dei tre voti monastici, già in uso in quella sua
comunità del piacentino.
Sollecitato dalla
generosità dei signori Bennati, costruì in Montefalco il
convento di S. Rocco, che divenne uno dei più rinomati
dell'Ordine, poiché vi fu celebrato nel 1448 il primo Capitolo
Generale. Cosicché sappiamo con certezza che la comunità
religiosa del Gorgolare di Calendasco, della quale era a capo
Fra Aristide, esisteva almeno fin dal 1290.
Ora fu appunto a questo antico e solitario romitorio del nostro
Terz'Ordine che nel 1315, dopo avere atteso per un paio d'anni
alla definitiva sistemazione dei suoi molti beni e delle gravi
pendenze, scaturite dal fatto dell'incendio, che Corrado venne
umilmente a bussare per essere accolto tra gli umili eremiti del
Poverello d'Assisi.
Il perché egli si sia precisamente diretto a questo convento del
Terz'Ordine e non ad altro luogo più remoto da Piacenza, ove
avrebbe potuto vivere in maggior nascondimento, non sapremmo
propriamente dirlo. Forse fu la grande fama di santità o la
personale conoscenza di Fra Aristide ad attirarvelo, come pure
poté essere il fatto che il romitorio gli era già familiare
trovandosi vicino al suo castello se non addirittura nell'ambito
delle sue stesse possessioni calendaschesi.
dal libro
San Corrado Confalonieri Patrono di Noto, edito a Noto
1984, di p. Giovanni Parisi TOR
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