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STORIA DEI
PORTATORI
DI
SAN
CORRADO
foto Vincenzo Coffa
LEGGI pag. 2
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Noto
- Il Cav. Paolo Bufalino
primo
presidente
della
“Società Fedeli e Portatori di S. Corrado”
Il netino Paolo Bufalino (1909
–1974), estroso artigiano del ferro battuto e fabbro del nuovo
Seminario vescovile (1955), è stato un miracolato da San Corrado.
Quando nel 1934 egli si arruolò
militare in Africa Orientale, durante una operazione bellica venne
colpito ad una gamba da una pallottola dirompente. Gli avrebbero
dovuto amputare la gamba, ma quella sera stessa egli vede in sogno
San Corrado, che glielo sconsiglia; fiducioso nell’intercessione
del Santo, egli firma il diniego all’amputazione e fa voto a S.
Corrado che, ottenuta la grazia della guarigione, sarebbe andato a
Noto per portare a spalla la sua arca argentea nelle annuali
festività di febbraio e agosto. Davvero la sua fede l’ha
salvato: la gamba non è andata in cancrena! Rientrato a Noto,
Paolo manterrà fede al voto fatto ed è stato uno dei primi
portatoti organizzati e primo presidente della «Società Fedeli e
Portatori di S. Corrado».
Congedatosi
dal servizio militare, egli lascia l’officina paterna di via
Fratelli Ragusa e si trasferisce con la famiglia nella vicina
Avola. Nel 1943, dopo lo sbarco degli inglesi nel golfo netino, fa
ritorno a Noto. La ditta Paolo Bufalino, nata
dall’esperienza paterna nella lavorazione del ferro, ha prodotto
e posto in opera elementi e composizioni in ferro forgiato e
battuto, fornendo un prodotto di alta qualità.
Come
risulta dai documenti, nel 1947 egli ha collaborato con
l’autorità ecclesiastica nella fondazione a Noto della «Società
Fedeli e Portatori di San Corrado» “per grazia di Dio e
con l’aiuto di S. Corrado il dì 19 febbraio 1947 viene fondata
dal sig. Bufalino Paolo, coadiuvato in parte dai portatori”
(vedi nota fondo pagina). Dopo l’episodio increscioso del 1
gennaio 1951, quando l’arca argentea del Santo non poté essere
trasferita ad Avola per iniziare una Peregrinatio in diocesi, la
stessa ‘Società’ viene riordinata dal vescovo di Noto, Mons.
Angelo Calabretta, il quale conferma il Bufalino alla presidenza.
Questo il documento della Curia vescovile di Noto:
«L’anno
1950 il dì 15 marzo alle ore 20 nella sede della Società Fedeli
e Portatori di S. Corrado si è riunito il Comitato direttivo per
deliberare il seguente ordine del giorno: Modifiche ed aggiunte
allo Statuto. - Art. 1. Per grazia di Dio e con
l’aiuto di S. Corrado il dì 19 febbraio 1947 viene fondata dal
sig. Bufalino Paolo, coadiuvato in parte dai portatori la Società
portante il nome di Associazione Confratelli portatori e fedeli di
S. Corrado, con sede in Noto via Rinaldo Montuoro, 4. -
Art. 30. La Società avrà pure un nucleo sportivo. – Art. 32.
Nella stessa Associazione fanno parte i proprietari e portatori
dei Cilii; essi, come il nucleo sportivo, saranno separati in
apposito regolamento. – Art. 33. Il capitale della
Società è di appartenenza dei soci, ma non potrà essere
distolto, né in parte, se non per i fini e lo scopo che si
propone la Società, e ciò fino a quando avrà vita la Società
medesima. Aggiunto regolamento Cilii e dei portatori di San
Corrado qui allegato. Noto, 15 marzo 1951. Paolo Bufalino. -
Si approva. Noto, 16 marzo 1951. Sac Salvatore Fiaschitello».
Affermato
artigiano e prestigioso maestro del ferro battuto, stimato e ben
quotato nel tessuto sociale cittadino, uomo di sani principi
morali e di profonda fede cattolica, il Cav. Paolo Bufalino - il
quale ha saputo aggregare attorno alla venerata arca di S. Corrado
persone di varie idee politiche, ma tutte sentitamente devote del
Santo Patrono di Noto - si sentì ormai sciolto dal voto fatto in
Africa Orientale a San Corrado e dà, così, ai suoi concittadini
esempio di umiltà cristiana, mettendo a disposizione del vescovo
A. Calabretta l’incarico di presidente. La ‘Società’ verrà
riordinata dall’autorità ecclesiastica il 19 gennaio 1953 con
nuovi Statuto e Regolamento.
Sac. Salvatore Guastella
IL
GONFALONE
dei Portatori di SAN
CORRADO
Il primo Gonfalone della
Società Fedeli Portatori di San Corrado di NOTO
è stato donato dalla famiglia DELL'ALPI
della Comunità dei Netini di Roma
PREGHIERA DEL PORTATORE
O
Glorioso e Venerato San Corrado, noi portatori,
consapevoli
che, mentre esultanti ti portiamo,
con
fede e sincera devozione,
per
le strade di questo nostro mondo,
tu
ci conduci per le vie di Dio con l’esempio delle tue virtù.
Il
peso che grava sulle nostre spalle, mentre portiamo te,
ci
fa essere certi che, per tua intercessione,
il
Signore ci sostiene nel portare quello
delle
nostre responsabilità quotidiane
e
lo rende soave perché, portato con Cristo,
è
pregnante di amore e strumento certo di santificazione.
Fa
che alle nostre famiglie non manchi mai
quel
pane caldo che tu sai sempre donare:
il
pane che sostenta la nostra vita terrena,
il
pane della gioia, dell’armonia e dell’unità nell’amore
e
il pane eucaristico che ci sostiene nel cammino quotidiano della
vita.
Con
il tuo patrocinio suscita in noi il desiderio di essere santi
e
intercedi per noi perché lo Spirito Santo,
dono
del Padre, ci plasmi e ci configuri sempre più
a
Gesù Cristo nostro Signore.
Amen.
Le sacre Ossa del Santo vengono
gelosamente custodite in un'Arca tutta d'argento che oggi possiamo
ammirare, con ornamenti d'oro il lavoro fu compiuto il 16 febbraio
1849 e nel novembre la cassa potè essere riportata nella
Cattedrale. Misura m. 1,90 per
0,57 m
poggiante su basette prospiciente circa cm 10 e coperta da
coperchio di forma piramidale con statuetta di Gesù Risorto
all'apice. Sulla basetta poggiano colonnine che sorreggono la
trabeazione e determinano sei scomparti sui lati lunghi e due su
quelli corti, ornati da nicchie con catino a conchiglia, nelle
nicchie sono sovrapposte a basso rilievo figurine di Apostoli, dei
Santi Vescovi, s. Maria e l'Angelo Annunziante. La decorazione sul
coperchio e sulla trabeazione della cassa è quanto mai ricca,
tanto da potersi considerare una delle più sontuose opere di oreficeria
siciliana.
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