Il Castello
(secolo XI-XIII)
Il castello di Calendasco, Castrum Calendaschi, è una
fortificazione situata nel paese di Calendasco in provincia di Piacenza,
a nord-ovest a circa otto chilometri dalla città. L'edificio, costruito
interamente in mattoni, è ben conservato e sebbene bisogni di restauro,
mostra tutta la sua imponenza di maniero difensivo. La facciata conserva
ancora una parte del profondo fossato, essa comprende una torre
cilindrica, un ingresso con ponte, un tempo levatoio, come testimoniano
gli incassi del rivellino; è ancora ben evidente anche la pusterla, la
porta più piccola, ad accesso levatoio. Ad esso si affianca l'antico
recetto, del XI secolo, sempre ad ingresso levatoio. Il poderoso maniero
è sorto per volontà del Vescovo di Piacenza, come indica la
documentazione. Il castello con il recetto formava, assieme alla chiesa
e all'hospitale e romitorio dei pellegrini, il burgi Calendaschi.
Il borgo di Calendasco, che sorge presso il fiume Po era un
importante tappa sulla Via Francigenanei, qui nei pressi si trova il
porto di Soprarivo,detto oggi guado di Sigerico, punto dove i
pellegrini attraversavano il fiume con le barche.
Il castello, come indicano le carte notarili coeve, ha una ottima
strutturazione classica dell'epoca. In esso difatti si ritrovano una
loggia d'accesso, e due grandissime sale con camino, cioè la
caminata magna superiore e quella detta caminata magna inferiore:
tutte e due sono dette 'magne', cioè grandissime, perché effettivamente
così strutturate.
Anche la "fovea", cioè il fossato, è citato negli atti storici; ad
esempio, nel 1461 il presbitero della chiesa di Calendasco si vede
rilasciato il diritto di irrigazione di certe sue terre, poste appunto a
confine anche con la 'fossa' del castello, feudo a quel tempo dei Nobili
Confalonieri.
Affiancato al castello, di un secolo più antico, c'è il recetto,
sempre ad entrata levatoia con annessa la propria pusterla; anche questa
costruzione aveva una propria piccola torretta, posta sul lato
nord-ovest, oggi purtroppo completamente diroccata. E sulla stessa
piazza sita dinanzi al recetto ed al castello è l'imponente costruzione,
difensiva anch'essa, che conteneva le scuderie.
Il castello nelle carte antiche è chiamato, oltre che "castro", anche
"rocca". In effetti sappiamo che la rocca fortificata era corredata di
un manipolo di soldati sotto il comando di un capitano: effettivamente,
capitani del vescovo di Piacenza sono stati i Confalonieri, che ressero
per tantissimi decenni il feudo di Calendasco.
Un fatto storico rilevante è che nelle mura del castrum burgi
calendaschi nacque nel 1290 il nobile Corrado Confalonieri,
destinato poi alla gloria degli altari. Difatti S. Corrado Confalonieri
sviluppa ampiamente la sua vicenda di giovane laico e poi di convertito
nel borgo di Calendasco.
Un altro importante fatto storico legato al maniero è quello del 14
gennaio 1482: dopo vari giorni di assedio, le truppe di Ludovico il
Moro, Signore di Milano, strapparono il castello di Calendasco al
capitano Antonio Confalonieri. Il maniero, situato a pochissime
centinaia di metri dal fiume Po, era un punto strategico per la difesa
della città di Piacenza, come punto d'osservazione sulla pianura posta
al nord-ovest della città. Oltretutto, in quest'area erano situati ben
tre importanti porti e tutti facenti capo al feudo calendaschese.
Infatti vi era il porto di Sopra Rivo, quello del Botto (tra le attuali
località Masero e Bosco) e l'altro, detto "della Raganella", ad uso
anche di Cotrebbia (vecchia), ove sorgeva un'abbazia dei benedettini di
San Sisto in Piacenza e luogo delle Diete imperiali del Barbarossa nel
1154 e 1158.
Il 13 settembre del 1572, con una
imboscata, Antonello Dei Rossi nobile di Piacenza, uccise a stilettate
nel castello Lodovico Confalonieri. L'assassinio è legato alla storia
d'amore nata tra la moglie del Confalonieri, Camilla, e l'Antonello dei
Rossi suo amante.
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Il recetto di Calendasco del XI sec.con al
fianco le scuderie e sullo sfondo la torre del castello e la chiesa
Il castello del sec. XII-XIV ove i Confalonieri ebbero feudo per ben
due secoli
Veduta del borgo sul Po dall'argine maestro
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