C A L E N D A S C O la terra del Santo
Eremita |
CALENDASCO
di Piacenza
Carte e Documenti
breve rassegna di
Rogiti notevoli tra le decine conservati
di Umberto Battini
Una parte importante
della ricerca consiste nella consultazione del materiale
d'archivio e nel confronto con i dati archeologici e con i nomi
che compaiono sulle antiche mappe del territorio rivierasco del
Po. Attraverso questa comparazione abbiamo ricostruito i
possedimenti ed i confini del monastero di S. Sisto di Piacenza
nonchè della sua “curiam
di Cotrebia”.
Tra i dominus locali, troviamo i Marchesi
Arcelli, i Conti Scotti, gli Ardizzone di Pado, Galliciano di
Arena, Matteo e Wiligelmo Siccamelice, Scoto Volpe. Questi
signori locali hanno dato il loro nome anche ai possedimenti:
ancora oggi il luogo è ricco di siti che riportano il nome
dell'antico proprietario (località Arena, Raganella, Mezzano,
Ronchi, cà Volpe).
Citiamo alcuni documenti pergamenacei di grande importanza
storica: il
Codice Diplomatico Longobardo
contiene un documento redatto a
Pavia il 19 agosto 769:
...nec
non et domo coltile meo in
Kalendasco
atquae casa una massaritia que nominatur a
Perseco; simul et domo coltile meo in Aucis, quem mihi in
portione aduenit de consobrinis meis. . . ”. Anche le carte di
S. Antonino di Piacenza sono di notevole valore; un documento
redatto a Trevozzo 1 marzo 816
cita
. .cui est at
latere et confinales ad ipsis rebos de uno latere terra sancti
Martini di
Calendasco.
. .
Questo appezzamento di terreno con
rustico (detto di S. Martino) posto nelle vicinanze di Cotrebbia
e ancora visibile su una antica mappa del XVII secolo. Dopo
circa otto secoli questo fondo e ancora esistente.
ll documento redatto a
Calendasco il 18 aprile 784
tratta di un atto di affitto e del pagamento di una decima in
prodotti agricoli all’oratorio di ”Sancta
Mariae in Munticello”. Come
ancora oggi appare la chiesa del borgo sul fiume Po, è costruita
appunto su un cumulo artificiale e nella pianura essa spicca
apertamente sopra all’abitato assieme al possente castello che
poi fu dei Confalonieri per circa 200 anni, come testimoniano i
documenti d’archivio.
Documento del
Monastero di Sant’Ambrogio di Milano,
redatto appunto a
Milano l’8 marzo 804: il
presbitero di Calendasco,
che è scritto abitare proprio a Calendasco, di nome
Orso
ha immensi beni terrieri, e cede addirittura un
ospitio con chiesa
che possedeva a Montacampione di Como.
Altro documento redatto a
Calendasco il 21 ottobre 892
.. Stabelfredus
presbiter de
Kalendasco
in argento per denarios bonos solidos novem. . . fundo Vico
Zeroni. .. cum terra et vites. . .
Vualperga vende al parroco di
Calendasco Stabelfredo, una casa ed un terreno con viti, posto
in località ”Vico Zeroni” .
Altro documento:
Piacenza 26 giugno 1163.
Qui si citano luoghi ancora oggi vivi sul territorio:
..
tercia parte Raganelle et alvei Trebie Vetule et Trebiole et
vallium et terre colte et vinearum et rato rum et rato rum. ..
ita tamen quod debet ipse abbas Habere potestatem mittendi
camparios et piscatores. ..
Altro documento,
Piacenza 2 giugno 1181:
..
et habiatici Guidonis Grassi per nos tenent in feodum excepta
via quam fecimus eis in
Calendasco. . . “,
continua la citazione di luoghi posti lungo il Po, “. .. et
totum quod tenemus et habemus ultra Padum in Roncalia et
Castronovo in nostro domnicatu et Medianos. .. et totum quod
Armanigre tenent ad S. Iohannem in Cotrebbia”. Questo documento
ci porta a conoscenza di una seconda chiesa posta nelle
proprieta della “curiam di Cotrebbia” Questa chiesa la si può
identificare forse, con quella posta nella mansione della Bastia
di S. Imento.
Questa
ipotesi è rafforzata da documenti relativi ad essa del XVII
secolo.
Umberto
Battini
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