PROTOCOLLO Pars IV "Res
perpetuæ" - (1924 - 1940)
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Per la perizia e la
ricerca del grande storico e studioso di Noto mons.
Salvatore Guastella presentiamo a tutti i devoti e fedeli il documento della
concessione della reliquia
ex ossibus S. Conradi
all'arciprete di Calendasco don
Giovanni Caprara
da parte del vescovo di Noto mons. Giuseppe Vizzini con atto
del 10 marzo 1927
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Archivio della Curia Vescovile - Noto
Protocollo "Res perpetuæ" (1924 -
1940)
Il Vescovo di Noto mons. Giuseppe
Vizzini autorizza la consegna della Reliquia di S. Corrado
all'Arciprete Caprara di Calendasco.
Il prezioso
documento è stato rinvenuto da mons. Salvatore Guastella a Noto,
novembre 2010.
TRADUZIONE dal latino di
mons. Salvatore Guastella
Dall'Archivio
della
Curia
Vescovile di
Noto
Protocollo.
Pars IV "Res
perpetuæ" (1924-1940), pag. 104:
N° 5 «Calendasco.
Arciprete Caprara G.
- Reliquia di
San Corrado.
Il Vescovo di Noto - A tutti e singoli che leggeranno la
presente lettera, facciamo fede e attestiamo che Noi, avendo
fatto per la maggior gloria di Dio Onnipotente la ricognizione
canonica del corpo di San Corrado, dalle ossa ne abbiamo tratto
una autentica particella dalle ossa e la abbiamo posta in teca
ovale d'argento.
In fede di ciò ci sottoscriviamo.
Noto, lì 10 marzo 1927
+ Giuseppe Vescovo
Can. Pen. Nunzio Cavalieri cancelliere
Mons. Giuseppe Vizzini (1913-35)
7° Vescovo della Diocesi di Noto, ha vissuto in
evangelica povertà; emulo in questo di S. Corrado, di cui ha
incrementato profondamente il culto. Questi i suoi interventi
più significativi:
1. Nel 1922 dona al Santuario di S. Corrado di fuori un migliore
e definitivo assetto al culto e al servizio pastorale,
autorizzando i lavori di restauro, di decorazione e la
sistemazione del pavimento. Il 9 aprile 1924 eleva quel
Santuario a Parrocchia.
2. Ad implorazione del 1° Sinodo diocesano, egli compone una
«Lauda per San Corrado»; a conclusione dello stesso Sinodo il 24
ottobre 1923 ottiene da Pio XI la ratifica dell’estensione del
patronato di S. Corrado alla diocesi netina.
3. Nel 1934 con ordinanza del 13 febbraio dispone la
ricognizione canonica del corpo del Santo: così egli ricorda
l’evento: «Aperta l’arca d’argento e quella di legno, il corpo
di S. Corrado lo abbiamo visto con i nostri occhi e toccato con
le nostre mani. Presi da intima commozione, ci siamo
inginocchiati e gli abbiamo raccomandato con tutta l’anima la
città e diocesi a Lui devota come patrono».
4. Tra le riflessioni omiletiche dell’Evangeliario per le
domeniche e feste dell’anno ecclesiastico, pubblicato da Vizzini
nel 1919, in quella del 19/2 egli commenta il Vangelo di Mt XIX
27-29.
E’ doveroso qui ricordare un episodio poco conosciuto. “Il
giovanissimo Mons. G. B. Montini (il futuro papa Paolo VI),
allora assistente nazionale degli Universitari di A.C.I., nel
marzo 1927 è venuto a Noto in occasione del Congresso Nazionale
della FUCI, che si tenne nella basilica del Ss. Salvatore. Egli,
in Cattedrale, ha sostato a lungo in preghiera dinanzi alla
cappella di San Corrado” (Can. Enrico Sigona).
Testo sopra di mons. Salvatore Guastella tratto dal
suo volume "I Vescovi di Noto e la devozione a S. Corrado", Noto
2002
Un rapporto diretto tra la Curia di
Noto e la parrocchia di Calendasco
Don Giovanni
Caprara proveniente da
Chiaravalle della Colomba (vicino a Fiorenzuola d'Arda di
Piacenza. La chiesa e monastero sono da tanti decenni tornati in
uso dei Cistercensi) entrò nella parrocchia arcipretale di
Calendasco il 21 novembre 1897 e qui morì il 14 marzo 1938
all'età di 76 anni. Resse la parrocchia per 41 anni .
La Reliquia è stata direttamente tolta dal
Corpo del Santo per essere donata alla parrocchia piacentina.
Questo fatto conferma dell'amore e della devozione che già dal
1600 aveva preso la gente del piccolo borgo sul fiume Po.
Egualmente nel 1961 anche l'arciprete don Federico Peratici ebbe
rapporti epistolari con la Curia netina sempre circa San
Corrado. E' anche importante ricordare del documento del Vescovo
di Piacenza datato 1617, il Legato Sancti Conradi, che
corona tutte le ricerche piacentine del tempo (ed odierne), e
che conferma la nascita fisica del Santo Eremita in Calendasco.
A Calendasco - 4 secoli ininterrotti di
Patronato - si conservano due Reliquie del Santo Piacentino
nella Chiesa Madre: precisamente la particella d'osso donato da Noto nel 1927 e il pollice
della mano sinistra dono dei Canonici della Cattedrale di
Piacenza, tolto dal braccio che nei primi decenni del 1600 fu
concesso alla città di Piacenza. Per questa seconda vicenda si
ricorda la storia tortuosa che portò infine ad avere questa
importante reliquia, che per primo vide accorrere a Noto da
Piacenza il sacerdote Gian Luigi Confalonieri che là purtroppo
morì colto da fortissima febbre. Un importante pezzo di storia corradiana tra
Piacenza - Calendasco e Noto.
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