Siracusa
Parrocchia S. Corrado a Siracusa retta dai frati del TOR
La
chiesa di San Corrado
Confalonieri, sorge a qualche centinaio di metri dalla
scogliera nord-orientale di Siracusa, in contrada Mazzarrona.
Essa ha un' armoniosa struttura architettonica moderna secondo
le indicazioni liturgiche del Concilio Vaticano II. Opera
dell'ingegnere Giuseppe Valenti, costruita sopra un'area di
1040 mq., ha forma di anfiteatro, nella quale ogni fedele,
orientato verso l'altare, partecipa alla divina liturgia. Le
pareti esterne sono rivestite con lastre di pietra bianca.
Diciotto piloni in cemento formano una corona regale come a
simboleggiare la dignità della Sposa di Cristo.
I
piloni hanno forme piramidali vuote sul cui vertice poggiano
originali capitelli simili ai cappucci dei frati. Essi
rappresentano la preghiera silenziosa con la quale i
Francescani del Terzo
Ordine Regolare (T.O.R.), che guidano la
parrocchia, in comunione con tutta la creazione, lodano Dio
Creatore e Padre, Redentore e Signore della storia.
La
chiesa è stata consacrata dal nostro Arcivescovo mons.
Giuseppe Costanzo, il 23 febbraio 1992.
Illustre
visita al Romitorio
di San Corrado a Calendasco
Da
Siracusa il padre Antonio Panzica TOR parroco della chiesa di
S. Corrado Confalonieri
agosto
2008
nelle
foto sopra: la visita di p. Antonio Panzica TOR, Parroco
della Chiesa S. Corrado Confalonieri di Siracusa, a
Calendasco nei luoghi del Santo Eremita. Gli sono stati donati
anche i due volumi di Studi su S. Corrado pubblicati
a Piacenza nel 2005 e 2006.
Il p. Antonio è stato accolto a Calendasco dal Vice-sindaco
Mirella Beltrametti che ha fatto dono, a nome della
Amministrazione comunale, di due volumi sulla storia recente
del borgo.
L'arciprete di
Calendasco don Silvio Cavalli ha accolto l'illustre frate
dello stesso ordine del santo Patrono Corrado assieme ad
alcuni devoti del luogo, in rappresentanza di tutta la comunità
dei fedeli e devoti. La piccola comunità di Calendasco che da
oltre quattro secoli venera quale Celeste Patrono il santo
Corrado Confalonieri eremita e penitente francescano, è
sempre molto orgogliosa di accogliere devoti del Santo di ogni
luogo e soprattutto quando questi vestono l'abito che fu del
veneratissimo e amatissimo santo Corrado. Ha incontrato gli
amici devoti, tra questi l'artista M° Bruno Grassi, attuale
proprietario del romitorio-hospitale e devotissimo di S.
Corrado.
un bel volume di Poesie di p. Antonio Panzica TOR
I
Netini di Roma
celebrano
il patrono San Corrado
23
febbraio 2008
Basilica
Santi Cosma e Damiano ai Fori Imperiali
(omelia)
A
Noto, San Corrado è annualmente celebrato il 19 febbraio,
giorno del suo beato transito. Sempre attorno al 19 febbraio
– e quest’anno sabato 23 – noi Netini di Roma ci
ritroviamo ad onorarlo in questa prestigiosa basilica dei Ss.
Cosma e Damiano, dov’è il suo più antico affresco nella
cappella di S. Antonio.
Carissimi
concittadini e amici, succede per la seconda volta (a distanza
di tre anni) che un nostro carissimo concittadino passa da
questa alla vita eterna proprio poco prima del 19 febbraio: il
3 febbraio 2005 il carissimo Totò Occhipinti e il 4 febbraio
2008 il carissimo Piero Toselli: ambedue – come tutti noi,
del resto – devotissimi del nostro Santo Patrono.
Piero
è sempre con noi! Egli, in cordiale collaborazione con il
presidente e i consiglieri dell’Associazione, è stato
instancabile tesoriere generale, animatore di ogni iniziativa
sociale, sostenitore di ben tre edizione del “Premio
Poesia”, gestore attento e arguto dell’interessante
“Notiziario” periodico della nostra Associazione, giunto
al n° 85, e aperto alle associazioni “Gli Avolesi nel mondo
sez. di Roma” e “Antonello da Messina”.
Lutto
che ancora una volta vela la festa patronale, ma che ci dà
occasione di sentirci più uniti nella preghiera di suffragio
e solidali con la sposa di Piero, i figli, i nipoti e i
parenti tutti.
Il
Gen. Piero Toselli, indimenticabile amico fraterno, per te
invochiamo la misericordia paterna di Dio e con te vogliamo
rivivere – se pur nella brevità omiletica - il dies
natilis al cielo di San Corrado, in quel 19 febbraio 1351
nella grotta netina dei Pizzoni.
La
tradizione antica è univoca nell’affermare che il Santo,
prossimo ai 60 anni, ha il volto smagrito e ieratico, come
sorprendentemente è confermato dalla ricostruzione
fisiognostica eseguita nel 2000 dall’Istituto di
paleopatologia dell’Università di Pisa. Comunque il Santo
continua ad andare ogni settimana il venerdì a Noto,
percorrendo a piedi, fra andata e ritorno, circa
9 km
di disagevole viaggio. Allorché poi giunge il tempo in cui
egli deve rendere l’anima a Dio, lo rivela ad un suo devoto,
predicendogli una contesa tra netini e avolesi per il possesso
del suo corpo, ed incaricandolo della sepoltura. Quando giunge
il suo giorno, il Santo va nella sua grotta e, «postosi in
ginocchio, eleva al Signore questa preghiera: ”Onnipotente
Dio, ti raccomando l’anima mia e di ogni creatura; liberami,
Signore, dalle mani del demonio, stendi la tua mano e dammi
aiuto”. E sopra di lui è grande luce». E’ estasi?
Così pensa il confessore che ha la sorte di assistere a
quella scena sublime: si avvicina, compreso del più sacro
rispetto; lo palpa, lo chiama con voce commossa; il cuire non
batte più. E’ il 19 febbraio 1351!
Le
campane di Noto e Avola suonano da sole a distesa. E’ morto
fra Guglielmo, l’eremita delle “celle” del Crocifisso?
Disingannati, tutti corrono ai Pizzoni, dove trovano il
corpo del Santo anacoreta e per primi lo venerano.
19
febbraio 1351!
Il Santo, partendo, ci lascia uno splendido solco di luce che
ne perpetua nei secoli la memoria. Egli vive sempre con noi
nelle sue virtù, nel suo eroismo, nei suoi portenti. E’ una
gara incessante tra protetti e Patrono. Basterà il suo nome e
il fulgore dei suoi prodigi a mantenere la fede sempre viva
negli animi. I Netini, in qualunque punto della terra vadano,
lo portano con sé e ricorrono a lui in ogni bisogno.
Il
miglior modo di onorarlo e propiziarne il patrocinio è di
imitarne le virtù, di amare Dio e il prossimo, di esercitarsi
nella pazienza e pensare che non siamo creati per la terra ma
per il cielo.
E
il carissimo Piero Toselli, devotissimo di San Corrado, ce ne
ha dato fulgido esempio.
don
Salvatore Guastella
foto: la celebrazione
ai SS. Cosma e Damiano in Roma, 2008
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