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ARTICOLI
di cultura corradiana
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Dal volume del p.
Ferla
cappuccino, anno 1913
Per
essere ancora più
compito nel provare che
S. Corrado fu a Malta, riporto un fatto
lasciatoci
scritto da G. F. Abela (lib. I,
pag. 245) nella sua
opera dal titolo:
Malta Illustrata.
" Verso la marina di S. Paolo sotto il Casal
Musta
è un vallone
Vyed el axsel,
cioè fiume
" di miele. Credesi che l'isola ebbe nome di
miele " per la perfezione eccessiva del
miele, (1) com'è
" veramente d'essere stato questo luogo
anticamente
pieno di satira e timo; che oggi si taglia
" per la brusca, e che con questa occasione
ivi
" tenessero delle api.
" In questo vallone vi
è una chiesa di S. Paolo
" primo romito, e gli idioti di Casal-Musta
dicono
" esservi stato S. Paolo primo eremita, e
dagli altri
" dell'isola a quelli si dice per ingiuria
che hanno
" lapidato S. Paolo.
Ma per quello che si racconta
" da persona di giudizio, come in
particolare
me
l’ha riferito Mons. Vescovo di Sidonia D.
Leonardo
Abela, fu questo il Beato Corrado, il cui
"
corpo è oggi a
Noto.
" Questo servo di Dio stava (dicono a voce
piena)
" in quella chiesuola allora stanza, e
mentre quivi
" dimorava, alle genti
di
quel casale era
di
gran "
riprensione la sua santa vita, e molto più
perchè
li biasimava con parole, onde proruppero "
in tanto odio, che fecero disegno di
cacciarlo o " ucciderlo, e per averne alcun
titolo, o pretesto,
" trovarono questa invenzione.
Mandarono una
" donna a lavare i panni a certa acquetta,
che
stillava da una
rupe, quale alcuni vogliono essere
stata fatta dal Santo per miracolo, altri
che
" vi fosse prima, e vicino a quella per la
comodità
" avesse fatto la sua abitazione il Beato
Corrado. " Questa donna venuta per lavare i
panni li lascia
" cadere a terra, e secondo ch'era istruita
cominceia
a domandare aiuto a fine che non uscendo
il servo di Dio alle grida lo potessero
tacciare di
" poca carità, e uscendo di persona mal
onesta.
"
Ma il servo di Dio, sapendo il fine loro se
ne
" esce alle grida, e quelli tristi che
mandato avevano
la donna gli si avventano di sopra a pietrate,
come dicono, e a grida, avendolo in grandissima
selva seguitato infìno alla marina. Il Santo
" stende il suo manto in mare, e sopra
quello s'imbarca,
e nello imbarcare lascia per obblivìone il
" bastone, che egli usava per vecchiezza.
Allora
" compunti, e confusi quei malandrini si
misero a
" pregarlo che li perdonasse, e se ne
volesse tornare; ma egli ispirato da Dio,
annunzio diversi
" flagelli che Dio avrebbe loro madato, ed
ali' isola,
" e a quel Casale in particolare. Predisse,
dico, il
" tempo dell'armata dei Mori, e della presa
di Casal-Musta,
eh' era grandissimo, e della venuta
" della religione Gerosolimitana, sotto nome
di falcone
spennato, o spelato cacciato dal suo nido.
(1)
"
È da credersi che sua sia stata quell'antica
" profezia della estrazione della città
nuova quale
" dicea —
Xaara tameuy e jegi Zìman lì col
"
xeber yesque mie
~ cioè la sciara dell' acqua
" sita (alludendo alla infinità delle
cisterne) verrà
" tempo che ogni palmo vaierà cento, perché
anticamente
vi erano alcune vigne, ma la maggior
" parte sciare, dove è oggi la città nuova.
Il bastone
del Santo fu riposto nella detta chiesa di "
S. Paolo primo eremita fatta in loco della
casa
" del Santo, e nel giorno di S. Paolo primo
eremita
faceva verdura, come si dice, e poi fu rubato
da un gentiluomo principale, e dicono che "
da quel tempo in qua li suoi discendenti
hanno
" dato di male in peggio ,,.
Da quanto ho riportato, oltre a raccogliersi
che
S. Corrado realmente dimorò
per molti anni nell'isola
di Malta, si desume eziandio il gran
prodigio
operato da S. Corrado nel passare a piedi
asciutti il canale di Malta, ripetendosi, ma
su proporzioni più vaste, il prodigio di S.
Pietro Apostolo camminante
sulle acque del lago di Genesaret e del
taumaturgo
S. Francesco di Paola su quelle dello
stretto di
Messina.
Di questo prodigio ne
fanno pienissima fede le
Litanie in onore del Santo Eremita,
pubblicate, nel
1687, in Napoli, dalla Tipografia Gramignani,
in cui
si ha: "
Sancte Conrade qui de Melila in Sicìliam
sicco vestigio pertransisti „.
I
Maltesi poi sono divotissimi di S. Corrado,
e
spesse volte vengono a Noto in
pellegrinaggio per
visitare la santa grotta dove rese la sua
anima
bella al Signore. Nell'Agosto del 1901, la
Società
Filarmonica Maltese Lavallette venendo in
pellegrinaggio
a Noto, portò in dono a S. Corrado una
bellissima anfora d'argento indorato,
visibile ai visitatori,
poiché si tiene esposta nella sacrestia del
Santuario del Beato Corrado.
Un'altra volta, celebrandosi la festività
di S. Corrado,
Patrono della città di Noto, i Maltesi
dedicarono questo bellissimo Inno.
Conchiudendo. S. Corrado nacque al 1290. Il
triste
incidente gli accadde dai 23 ai 25 anni di
sua
vita, ed in questa fresca giovinezza
abbandanò
la
sposa Eufrosina e lasciò Piacenza. Arrivò la
prima
volta in Sicilia al 1315, proseguì per Malta
dalla
quale ritornò in Sicilia, trattenendosi a
Noto, al 1335;
sicché dei 35 ovvero 36 anni di sua vita
penitente,
in Sicilia vi passò soltanto gli ultimi,
rimase a
Noto circa
16 anni e dopo,
nel 1351 morì.
INNO
Di Corrado l'eccelsa virtude
Le grandi opre feconde di frutto La pietà
verso il prossimo tutto
Chi tra voi conosciuto non ha !
Parli Noto, l'antica cittade,
Testimone del fervido zelo, Onde acceso
quest'uomo del cielo,
Pregò
sempre inaudita bontà.
Parli tutta Sicilia, sì,
parli ! Quai prodigi d'amore operati
Coi suoi figli dolenti o malati
Ogni di non dovette mirar?
Quando l'ira del ciel era accesa,
Quando il pianto regnava sovrano,
A lui tutti disteser la mano
E fu calmo il furore del mar.
E tu pure, Melita ospitale
La virtù
di Corrado hai provato
Anche tu mille volte hai cantato
Le sue glorie su l'ali d'amor.
Lode a Te sulle cetre del gaudio,
O gran Santo, gridiam riverenti.
Oggi ancora la prece deh senti!
Deh ! ci dona la pace del cor !
Dal volume del 1913 del Cappuccino Padre
Ferla
Edito in Catania
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